Vestiti musica ragazzi by Viv Albertine

Vestiti musica ragazzi by Viv Albertine

autore:Viv Albertine [Albertine, Viv]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Blackie


Dennis Bovell finalmente cede e si lascia fotografare con noi.

Ridge Farm, 1979

54. CUT

1979

Lavoriamo alle canzoni del nostro primo, prezioso album per un mese intero in sala prove, poi facciamo le valigie e andiamo in campagna a registrare.

Ridge Farm è una vecchia casa di campagna. La gestione è affidata a Frank Andrews, un tizio carismatico e molto loquace, ma io sono più affascinata da sua moglie: è carina, minuta, ha i capelli biondo pallido e una personalità forte, in contrasto con il suo aspetto. La cosa più intrigante è che sta facendo una specie di digiuno: non mangia niente e beve la sua pipì. Questa dieta sembra funzionare benissimo, forse è un po’ pallida e ha la pelle così traslucida che in pratica si vede il cranio. A parte ciò, niente di straordinario. Dice che continuerà a digiunare fin dopo Natale. La immagino mentre serve il pranzo di Natale a Frank e alla loro figlioletta per poi sedersi a tavola davanti alla sua tazza di pipì.

Mangiamo tutti sul posto. I pasti sono preparati da Denise Roudette: enormi quantità di cibo, shepherd’s pie vegetariana, lasagne, verdure fresche. Non ho mai mangiato così tanto e in modo così sano. Denise è una delle persone più dolci, tranquille e intelligenti che abbia mai conosciuto, lavora molto per rendere armoniosa l’atmosfera a Ridge Farm. Suona anche il basso ed è la ragazza di Ian Dury. Che uomo fortunato.

Lo studio di registrazione è in un ex fienile vicino la casa. Non è come io mi sarei immaginata un fienile, l’interno sembra più quello di una chiesa di campagna. I soffitti sono molto alti, con travi e pilastri di legno. La sala controllo è in alto, sotto al tetto, gli ingegneri del suono guardano giù verso lo studio attraverso una vetrata. Ci accalchiamo tutte intorno al mixer, spintonandoci a vicenda dietro Dennis e Mike Dunne, il nostro tecnico, e commentiamo con entusiasmo l’atmosfera delle canzoni, il suono della chitarra e del basso, i cori.

Il vero tormento arriva quando dobbiamo suonare. Fino a ora abbiamo registrato solo la Peel Session e «I Heard it Through the Grapevine» e in entrambi i casi abbiamo suonato tutte insieme dal vivo. Adesso registriamo uno strumento alla volta, un’esperienza completamente diversa. Prima Budgie e Tessa incidono la base ritmica. Dennis li ferma e chiede a Tessa di risuonare la sua parte di basso finché non segue il tempo giusto. Ogni secondo deve essere a tempo, ogni singola battuta. Ovviamente Dennis ha ragione, ma Tessa suona da poco e ci vogliono anni per arrivare alla precisione che le viene richiesta, ma Dennis vuole la perfezione assoluta. Osservo Tessa giù nello studio mentre resto in totale silenzio dietro a Dennis: subito dopo tocca a me e comincio ad avere paura. Quando la prima base è finita, scendo la scala a chiocciola di legno per andare in studio; mi sembra di entrare in un’arena per affrontare i leoni, sento un nodo di ansia che mi opprime il petto. Alcune canzoni mi vengono subito bene, altre come «Newtown» mi fanno venire voglia di suicidarmi.



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